Galateo contemporaneo per manager vincenti

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Galateo per manager vincenti

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-17 Ottobre 2018

“Gentiluomo” è un termine che potrebbe sembrare desueto ma che negli ultimi tempi ha acquisito una nuova modernità ed una rilevanza attuale: di gentiluomini e di buone maniere c’è sempre più bisogno, anche per fare business. Non mancano episodi di cattivo gusto: Venezia con i turisti ammollo nei canali, senza contare le fontane di Roma prese d’assalto, opere d’arte danneggiate, turisti svestiti nei centri storici e nelle cittadine balneari. Aumentano i divieti ma è necessario cambiare mentalità.

Tiziana Busato è esperta di protocollo e titolare del marchio ‘Princìpi e principi”, che è anche una scuola con sede a Thiene (Vicenza). Qui si insegna il savoir vivre a ragazzi e adulti. La sua grande intuizione?  Abbinare il galateo contemporaneo al mondo del lavoro.

Tiziana Busato l’ha capito e su questo si è “inventata” un mestiere. Le due lauree – in Archeologia e in Cerimoniale e protocollo diplomatico – sembrano apparentemente separate ma c’è un fil rouge che le unisce. La conoscenza storica, l’arte, “educano” alla bellezza, che poi con le buone maniere è tutt’uno. Nella pratica, Tiziana aiuta a riorganizzare il clima interno alle aziende e all’esterno, in particolare per chi si occupa di mercati internazionali. Un manager che deve concludere un affare e conosce correttamente la gestualità internazionale, è più sicuro di sé e saprà compiere i passi giusti senza rischio di fraintendimenti e brutte figure. 

Qual è la molla che ha fatto scattare in lei questa esigenza?

«L’osservazione. Osservando le stratigrafie del terreno, o le stratigrafie dei comportamenti in società, mi sono appassionata alla ricerca, allo scavo per trovare risposte senza avere bisogno di parole o commenti scritte da altri. L’archeologo basa la sua teoria su reperti, non su fonti scritte; il cerimonialista basa il suo linguaggio sui comportamenti delle persone, non sui libri di galateo che propinano spesso regole desuete. E’ la vita, anche quando non c’è più (e mi riferisco al lavoro dell’archeologo naturalmente) che fornisce le domande e anche le risposte. “Gentiluomo”, come lei ha intelligentemente notato, non è solo un target sociale o socio economico; è l’espressione per indicare una persona adeguata, mossa da valori personali e fra questi valori compare sempre il rispetto, vero spartiacque fra chi conosce “gli usi di mondo” e chi non li possederà mai, neanche seguendo i corsi di galateo.»

In che modo il bon ton non è lettera morta ma aiuta anche le aziende?

«La sensibilità interculturale è una conquista piuttosto recente. E’ importante in qualsiasi prassi di integrazione, ma diventa fondamentale nelle aziende che si vogliono internazionalizzare, e non basta certo importare giubbetti dalla Cina per dire di conoscere i cinesi, nonostante tutte le leggende metropolitane e i racconti folkloristici di molti imprenditori. Ricordiamo sempre che l’esperienza costa e che dover andare varie volte in Cina, per continuare con questo esempio, per sapere come gira… beh è uno spreco di soldi e di energie piuttosto frustrante.»

Il galateo del gentleman migliora il business

Tiziana Busato e Massimo Sgrelli, il più grande conoscitore di cerimoniale non solo in Italia.

Qual è un caso che ricorda tra tutti?

«A questo proposito ricordo una delegazione veneta in Brasile: si andava per rinsaldare relazioni anche istituzionali (ed economiche, neanche a dirlo) a Porto Alegre. omaggi, saluti, presentazioni, tutto fila via liscio. Al mattino successivo mi chiama la centrale di polizia, dovevano rilasciare uno dei delegati che trattenevano dal pomeriggio precedente. Perché? perché dopo avere chiesto alcune informazioni ad una vigilessa, lui aveva ringraziato sorridendo e facendo il gesto dell’OK (indice e pollice a cerchio) per comunicarle che aveva capito le indicazioni. la vigilessa gli dice di non fare più quel gesto, lui non capisce e continua a ripeterlo e a sorriderle. E lei lo fa rinchiudere per rinfrescarsi le idee. Il gesto dell’OK in Brasile è chiaro invito sessuale, espresso tra l’altro nel modo più volgare e odioso. A chi mi dice, quando racconto l’aneddoto, che ormai non si fa più e che comunque si capiva che il signore era perbene e non aveva alcuna intenzione offensiva, ricordo sempre che il Brasile, flagellato dalla piaga della prostituzione e dalle orde di turisti del sesso che arrivano soprattutto da Italia e Germania, non perde occasione per ribadire quanto si stia combattendo questa battaglia. E, probabilmente, a volte scappa anche la mano.»

I corsi di “Business etiquette” e “Cerimoniale d’azienda” tenuti da Tiziana Busato a Thiene aiutano i manager a chiudere affari. Il suo motto? “Migliorare lo stile significa migliorare il pensiero” Nietzsche.

Mi incuriosisce poi il “galateo abbinato a progetti green e bio”; ci fa un esempio?

«L’associazione Prìncipi & Princìpi, che ho fondato nel 2009 e tuttora dirigo, declina tutti questi temi in versione ludica e interattiva e si rivolge a bambini e ragazzi dalla scuola materna alla maturità. A loro si rivolge soprattutto la green etiquette, che comunque poggia sempre sul valore del rispetto di cui si parlava prima. Quindi certamente include il rispetto per natura, non gettare le cartacce eccetera ma sfocia verso argomenti più ampi, dall’alimentazione (l’ultima lezione fatta ai bambini di una prima elementare “I mostri nella mia merenda”) al rispetto verso gli animali (“Qua la zampa”, summercamp in collaborazione con ENPA Thiene Schio) al fashion con un gioco ideato per conoscere le fibre (naturali e non) dei nostri vestiti, naturali, sintetiche, pellicce, dannose, allergeniche eccetera.»

Esiste un “codice di comportamento” a cui fare riferimento per far fronte correttamente alle varie situazioni a cui siamo posti di fronte quotidianamente?

«Il mio insegnante ripeteva sempre che pur non conoscendo la regola specifica in una data situazione, valeva sempre il vecchio detto “Se sei interessato, sei interessante”, se vuoi davvero andare incontro nel migliore dei modi a una persona, aiutandola e cercando di esserle utile, anche se sbagli etichetta e regole, la persona capirà la buona fede. Questo naturalmente in contesti non istituzionali, lì davvero non è ammessa l’ignoranza di una prassi.»

Secondo lei rispetto e buon gusto possono essere appresi anche da adulti?

«Purtroppo io sono pessimista in questo senso. No, non credo che queste, che sono qualità dell’animo e non competenze, possano essere apprese da “grandi”. Certo però che rifletterci spesso e lavorare sull’argomento di sicuro porta a miglioramenti.»

Si parla tanto di gentleman,  qual è un corrispettivo femminile?

«Tecnicamente, gentildonna, che non ha certo lo stesso appeal. A me piace usare il termine signora. E anche signore, se è per questo. Introducono concetti universali positivi e completi, impossibili da fraintendere e che nulla hanno a che fare con stereotipi tronfi o, peggio, ruffiani.»

www.principieprincipi.it

 

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