20% punk, 30% artista, 50% creativo, 100% gentiluomo
“Non avere mai paura di esprimere tutte le tue personalità” Glenn o’Brien
“The last cool guy in New York”, così il New York Times ha titolato il giorno della morte di Glenn o’Brien. Un lord che incarnava lo stile vibrante che si respirava nella Grande Mela tra gli anni ’70 e ’80. Uno scrittore capace di racchiudere, in poche lettere, enormi significati e lasciare di stucco per accuratezza e acume.
Glenn o’Brien, nato a Cleveland, è stato, nei primi anni ’70 editor per The Interview, il giornale di Andy Warhol. Diventato membro attivo della Factory dell’artista Pop, Glenn divenne in breve tempo un uomo chiave della scena punk e artistica di New York.
Ricoprì il ruolo di New York Bureau Chief di Rolling Stone, prima di diventare Editor at Large di High Times, nel 1976. È stato anche membro di un gruppo chiamato Konelrad, che ha suonato al CBGB, al tempo un importante rock club per la scena punk, situato nel Lower East Side di Manhattan.
La musica ricopriva un’importanza fondamentale nella sua vita. Infatti, per The Interview, tra il 1978 e il 1990, ha curato una colonna chiamata Glenn O’Brien’s Beat, dedicata al movimento punk, all’interno della quale parlava del ritmo che muoveva New York in quegli anni. La colonna divenne popolare e le sue opinioni vennero prese così in considerazione negli anni a venire che ebbero una discreta influenza anche sulle decisioni delle più grandi etichette.
Uomo dai multiformi talenti e dalla spiccata sensibilità artistica, non poteva che essere definito in una maniera: bon viveur. Un epiteto che gli stava sicuramente stretto, visto che il significato oggigiorno si limita a “colui che sa godere dei piaceri della vita, amante del lusso e del bello in ogni sua forma”. Decisamente riduttivo. Glenn era un artista, uno scrittore, un saggista, un musicista e un uomo di stile. Non aveva mai il timore di osare, di superare quella linea di demarcazione tracciata dalla società, questo però lo faceva con estrema cura e certosina attenzione, sempre con un occhio ai modi. Proprio così, un moderno gentleman in carne ed ossa.
Ha creato e curato, per oltre 15 anni, una delle rubriche di stile più famose al mondo “The Style Guy” di GQ. La rubrica, oltremodo sagace e straordinariamente attuale, è stata per anni il punto di riferimento di gran parte dell’alta borghesia dell’Upper East Side e di tutta una generazione di “modern gentlemans”.
Nel 2011 pubblica il suo personale ‘Galateo overo ‘de costumi’: “Essere uomo. Guida allo stile e al comportamento per il gentiluomo moderno”. Un libro ricco, intrigante e dallo humour pungente.
Farcito con una massiccia dose di cultura e di buon senso, riesce a fotografare alla perfezione la situazione attuale dell’uomo medio, cercando di smussarne gli spigoli e mostrando “cosa fa di un uomo, un uomo”. Una Bibbia di stile e savoir-faire che passa dagli aspetti esteriori ed estetici, all’abbigliamento, al comportamento, alla comunicazione in ogni ambito, fino a occuparsi perfino della vecchiaia, e addirittura dell’immortalità.
Glenn scriveva con intelligenza e tatto, con astuzia e padronanza dell’argomento, con attenzione e classe. Un uomo che non restava mai senza idee, mai senza parole e mai senza doppiopetto.