La breve storia lusitana dell’origine del nome e di dove è stato trovato.
L’ispirazione non dà preavvisi. Gabriel García Márquez
Immaginatevi un viaggio di piacere alla scoperta della ricchissima offerta architettonica, culturale e sociale della capitale del Portogallo. Ora immaginatevi di essere rapiti dall’allegra decadenza di Lisbona e dalle mille pasticcerie artigianali che addolciscono i paesaggi e scaldando cuore e arterie contemporaneamente.
Immaginate di dover trovare il nome per un blog che parla di stile per l’uomo. Vero stile. Immaginatevi che i propositi del committente siano molto interessanti: “Una vera e propria guida di stile dell’uomo, come coniugare alla perfezione la classe degli anni passati alla moderna italianità”. Immaginate che si tratti di una magnifica opportunità, che non volete assolutamente perdere. Immaginate che questo vi faccia rimbalzare per Lisbona, con un Pasteis de Belem in mano e gli occhi rapiti dal rapido susseguirsi di edifici diroccati che si fondono con le più accese pareti di azulejos.
Immaginate di essere sconvolti dalla sua bellezza accecante, mentre vi incamminate per Praça da Figueira, decisi a sfidare tutte le voci riguardanti i taccheggiatori più scaltri d’Europa. Immaginatevi di risalire una strada che sembra portare fuori dal centro, ma di imbattervi nella Feira da Ladra. Il nome è rivelatore della sua natura. Infatti quello che i turisti “perdono” durante la loro vacanza, solitamente lo possono ricomprare qui, ad una cifra modica.
Immaginate che il più grande mercato delle pulci lusitano vi offra per lo più cianfrusaglie, oggetti di gusto e provenienza dubbi, vinili di poco valore, lettere cubitali in acciaio, ninnoli, braccialetti e taccuini per appunti personalizzati dall’artista di strada. Immaginatevi ora di sbattere contro la più grossa collezione di libri usati che abbiate mai visto e di osservare attentamente una signora sull’ottantina che sta contrattando il prezzo di un’edizione decisamente usurata di “O nome da Rosa” di Umberto Eco. Qui notate la sezione “Boa vida”. Spostando i vecchi tomi vi imbattete in un volume senza copertina. Sulla prima pagina è stampato solo un numero di quattro cifre, perfettamente centrato rispetto ai bordi lisi.
“1558”. È così che scoprite che è scritto in italiano antico. La seconda pagina recita: “Trattato di messer Giovanni della Casa … ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de modi, che si debbono o tenere, o schifare nella comune conversatione, cognominato Galatheo overo de costumi.” Immaginate di sentire fisicamente la fortuna, di percepirla tra le dita, come se steste stringendo un ago e foste seduti su un pagliaio. Trovato!
Monsignor Dellacasa, Autore di “Galateo overo de’ costumi”, pubblicato per la prima volta esattamente nel millecinquecentocinquantotto.
Immaginate di segnarvi sul taccuino “1558”.
Di sottolinearlo con decisione, e di sorridere compiaciuti.