“O si è un’opera d’arte o la si indossa.” Oscar Wilde
La camicia bianca è uno di quei capi d’abbigliamento indispensabili nel guardaroba maschile e femminile, segno inconfondibile di stile ed eleganza. Meglio se fatta su misura.
«Nel lessico contemporaneo dell’eleganza, mi piace pensare che la mia camicia bianca sia un termine di uso universale. Che però ognuno pronuncia come vuole». Disse Gianfranco Ferré, lo “stilista architetto”. La camicia bianca non è un capo anonimo ma un capo-icona senza tempo estremamente versatile, con una sua storia, una sua unicità, reinterpretata negli anni, che ancora oggi la rende insostituibile.
Anticamente riservata alla classe nobiliare (solo chi era ricco poteva permettersi capi bianchi e cambiarli più volte al giorno), nell’Ottocento diventa un capo indispensabile del guardaroba maschile sinonimo di essenzialità ed eleganza. Personaggi attenti alla cura all’abbigliamento ed al modo di apparire, come Oscar Wilde, Gabriele D’Annunzio, Marcel Proust e il dandy Lord Brummel, Robert de Montesquiou (sopra nel ritratto di Boldini) contribuirono a diffonderne il mito. Nel 1900 Coco Chanel fece diventare la camicia bianca un capo iconico anche per la donna, sostituendola ai corsetti. Grace Kelly, Audrey Hepburn, Jackeline Kennedy fotografate in camicia bianca ne declamarono poi il successo!
Nel guardaroba maschile oggi la camicia bianca è un must have. È d’obbligo per lo smoking, e passepartout in molte occasioni formali serali e informali. Si differenzia per tipologia di polsini (semplici con gli angoli smussati, doppi da portare con i gemelli, americani con due asole) ma soprattutto per forma di collo, che deve essere adeguato alla forma delle testa, e ne esistono ben cento! Oltre al collo italiano e a quello francese, vale la pena ricordare il botton down – pare inventato da Brooks Brother- il club collar in stile Gatsby anni Venti oggi rivisitato da Ralph Lauren.
La camicia bianca non è più riservata un’élite ristretta ma capo indispensabile del guardaroba maschile, meglio se fatta su misura in uno dei tanti laboratori lungo la Penisola che resistono alla concorrenza delle industrie. I sarti, un po’ artigiani e un po’ artisti, sono capaci di creare capi intramontabili. E’ soprattutto a Napoli che la tradizione sartoriale, soprattutto maschile, è più antica e radicata. Nel 2015 il Financial Times scrisse che la sartoria partenopea fosse la migliore del mondo perché, con il suo sapere e la propria esperienza, “non segue le mode ma le fa”.