Mostra di Illegio raccontata a 1558 Magazine

Vite e avventure

Che forza l’arte!

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-29 Luglio 2018

Che forza l’arte. Potrebbe essere il titolo non di una mostra ma dell’intero progetto che raccoglie molte mostre, una all’anno, da oltre un ventennio. 14 quelle internazionali, dal 2004 ad oggi. Esposizioni che raccontano storie straordinarie, che aiutano a pensare e a vivere, e che si trovano tra la primavera e l’autunno in un piccolo paese dell’estremo nord-est d’Italia di 400 anime. Più visitatori che abitanti, da queste parti.  Ma cosa c’è di speciale a Illegio? 

illegio mostra d'arte per 1558 Magazine

Illegio (UD), panorama

Dopo i temi del viaggio, dell’amore, degli angeli, e tanti altri, quest’anno la mostra parla di padri e di figli, uno dei legami significativi della nostra vita.

Non tutti diventeremo padri, tutti però siamo figli e in qualche modo portiamo un padre dentro di noi. Ci potremmo accorgere che diventare padre non significa semplicemente generare qualcuno, ma assumersi la cura del suo destino con un atto di dedizione straordinario. don Alessio Geretti

Dal 2004 al 2017, 350 mila visitatori complessivi sono passati a Illegio; 1000 opere d’arte esposte; 300 prestatori nazionali e internazionali, tra musei, gallerie, collezioni private.

Illegio è una straordinaria operazione di promozione del territorio e condivisione della cultura, che ha unito l’intera comunità (abitanti, istituzioni, commercianti, imprenditori) di un borgo di montagna, ricco di storia e tradizioni ma lontano da itinerari noti. L’Italia è patria del bello e la ricchezza del patrimonio culturale e artistico è unica. Cos’è cambiato in fondo da quando l’Académie des Beaux-Arts di Parigi metteva in palio ai vincitori del Prix de Rome due anni di studio nella città eterna, affinché i giovani pittori potessero “addestrarsi nella patria della bellezza” ?

Illegio ha dedicato la propria esistenza all’arte, puntando sempre più in alto, con richieste di prestito ardite, spesso da collezioni private o da musei lontanissimi. Occupandosi anche dei restauri (100 in totale) e contribuendo così alla salvaguardia del patrimonio culturale nazionale ed europeo. Per questo l’operazione “Illegio” è eccezionale quanto unica. Le mostre toccano temi universali “simili alle pagine segrete del nostro diario interiore”. Lungo il percorso espositivo, sala dopo sala, ognuno potrà rivedere qualcosa di sé. Tema 2018: uno dei rapporti cardine della vita.

Anonimo, 400-375 a.C.Il distacco di Ettore da Andromaca e Astianatte Cratere apulo a colonnette, Ruvo di Puglia, Museo Archeologico Nazionale

«Padri e figli» di Illegio fa rivivere, storia dopo storia, il complesso rapporto padri e figli attraverso le storie e i personaggi presi dai testi sacri della fede, da quelli della mitologia, della letteratura e della storia. La mostra racconta la dolcezza dell’amore paterno, di padri che perdono i figli, di figli che attendono padri che non torneranno più; racconta di figli perduti e di padri che non sanno amare i figli con la libertà di cuore lasciandoli seguire la propria  strada nella vita o che antepongono se stessi al loro bene.

illegio mostra 2018

Scipione Vannutelli, Funerali di Giulietta Capuleti (part.) 1888, olio su tela – Roma, Galleria Nazionale D’Arte Moderna

In mostra a Illegio 60 opere dal IV secolo a.C. al XX secolo, suddivise in sei aree tematiche, provenienti da 46 sedi di 8 paesi diversi d’Europa, alcune in collezione privata e visibili per la prima volta in Italia.

Sei le aree tematiche in cui la mostra è suddivisa: L’idea di paternità, Padri che hanno cura dei figli, Figli che hanno cura del padre, il Padre divino, Paternità e figliolanze drammatiche, Figli perduti, figli ritrovati. Ci imbatteremo in vicende calate nel momento storico in cui furono dipinte, come quelle intrise di patriottismo ottocentesco (tra tutti Fragonard e il suo El Cid, costretto dal padre Don Diego a scegliere tra amore o onore), e in molte storie universalmente note: bibliche come quelle di Caino e Abele, e del sacrificio di Isacco; storiche come quella del conte Ugolino della Gherardesca, condannato a morire di fame con figli e nipoti innocenti; mitologiche come quelle di Dedalo e Icaro, Edipo, alle prese con le conseguenze dei gesti dei propri figli, del sacerdote troiano Laocoonte, ucciso con i figli dal mostro marino mentre tenta di salvarli (la scultura, una copia commissionata nel 1931 dai Musei Vaticani ed ora a Bilbao, da sola vale l’esposizione), e di  Chronos, dio del tempo, pessimo padre perché fu un cattivo figlio che ebbe un pessimo padre a sua volta.  Come ha ricordato don Alessio Geretti, curatore di tutte le mostre illegiane: “Sarà anche difficile ma a un certo punto della vita bisogna benedire nostro padre e nostra madre qualunque cosa sia successa, perché solo così andremo in direzione della pace e perché altrimenti ci porteremo dentro rancori e nodi non sciolti che faremo pagare a qualcuno.” La mitologia l’aveva già intuito.

Henri-Lucien Doucet, Il riconoscimento di Ulisse e Telemaco 1880, olio su tela – Paris, Ècole Nationale Supérieure des Beaux-arts

«Padri e figli» , Casa delle Esposizioni di Illegio (UD) 3 maggio – 7 ottobre 2018 www.illegio.it

 

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