«Essere eco sostenibili oggi significa ridurre gli sprechi e lo sfruttamento di risorse naturali che diventano sempre più scarse.» G. Tessitore, Vegea
Ecologia, fonti rinnovabili, riciclo. Anche la moda si adegua al nuovo vocabolario del XXI secolo. Che, come si sa, non può prescindere dall’attenzione all’ambiente. Anche perché la moda è uno dei settori più inquinanti al mondo e il maggior consumatore di acqua a livello globale. Se n’è accorto anche il Fashion System (insieme ai vari protagonisti del settore), che hanno dedicato un’importante progetto al rapporto tra arte e natura, con la mostra londinese Fashioned from Nature. Essere al passo con i tempi significa essere anche attenti a ciò che si mangia, a come ci si veste e ad avere un comportamento etico. Ed è con queste premesse che abbiamo ricercato e selezionato cinque aziende italiane che indagano la possibilità di una moda sostenibile, producendo tessuti innovativi, utilizzando tessuti naturali o riciclando i tessuti esistenti. Con impegno, creatività e un grande rispetto per le generazioni future.
Vegea e Orange Fiber utilizzano gli scarti agroalimentari per produrre materiali a basso impatto ambientale, destinati al mondo della moda sostenibile. Entrambe hanno ricevuto il “Global Change Award” di H&M Foundation.
- 1 PELLE DAL VINO – Wineleather di Vegea Il tessuto, che è ancora in una fase di ricerca e sviluppo, è a base vegetale e deriva da scarti di produzione tratti dalla produzione del vino. Questi residui sono risultati essere la materia prima ideale per la creazione di tessuti tecnici, in quanto contengono specifici oli e cellulosa. Wineleather è una materia prima non solo a basso impatto ambientale e alternativo alla pelle animale e sintetica, ma totalmente naturale, fatta con le bucce, i semi e i raspi dell’uva e sviluppa un nuovo modello di economia circolare.
- 2 TESSUTO DAGLI AGRUMI – Orange Fiber s.r.l. ha brevettato – prima al mondo – un tessuto sostenibile dagli scarti degli agrumi, dopo la spremitura e la trasformazione. La cellulosa ricavata dal sottoprodotto, dopo ulteriori trattamenti, viene filata a Como, storico distretto italiano della seta, e dunque tessuta. Un progetto talmente straordinario da aver fatto guadagnare innumerevoli premi alle due fondatrici, Enrica Arena e Adriana Santanocito, ed aver solleticato l’interesse della casa di moda Salvatore Ferragamo spa che li ha usati nella linea Responsible Fashion. La prima collezione è stata lanciata non a caso il 22 aprile 2017 Earth Day. Leggi l’approfondimento qui.
- 3 CASHMERE RECICLATO – Tesma Wool Oltre ai nuovi tessuti, vale la pena di citare chi – nell’epoca dell’economia circolare – ricicla in modo responsabile. Tesma offre una seconda vita al cashmere, uno dei filati più amati e preziosi. Il plus aziendale sta non solo nella profonda conoscenza della materia prima ma anche nella capacità di sapersi evolvere in un mercato di nicchia che genere valore dal riciclo, creando un processo di lavorazione etico, sostenibile e di assoluta qualità. I filati acquistati vengono lavorati con carde tessili speciali che non aggrediscono la fibra. Tesma è certificata Global Recycle Standard da Textile Exchange, organizzazione che promuove lo sviluppo responsabile nel settore tessile.
Fai del tuo lavoro un’arte, ma ricorda che la vita dipende dall’ambiente. Italdenim
- 4 DENIM RICICLATO – Il tessuto più amato al mondo è anche il più inquinante. Pagurojeans è una startup (leggi qui l’articolo) che recentemente ha dato vita a una linea di denim chiudendo un accordo con la storica azienda milanese Italdenim (una delle prime a battersi per rivedere il processo produttivo del denim, che ridusse le emissioni di CO2 ed eliminò una serie di prodotti chimici). Pagurojeans è 100% cotone, riciclato al 40%, che per essere prodotto consuma il 60% in meno di acqua ed il 40% in meno di energia. Gli elementi accessori (tasche, etichette, ecc) sono realizzati con cotone di camicie riciclate. Con una “chicca digitale”. I clienti possono inviare misure e modello del jeans preferito: un algoritmo realizza una copia digitale, calcolando esattamente i metri di tessuto e quindi riducendo gli sprechi.
- 5 TESSUTO DALLA PALMA – Samboue utilizza i tessuti naturali prodotti con le fibre della palma vinifera. In Congo, le fibre più grosse e robuste della palma sono utilizzate per costruire i tetti delle case; quelle sottili e lavorate possono essere tessute. Sono i famosi tessuti kuba, dai colori vivaci e disegni astratti, realizzati da tempo immemore in Congo. Merce di scambio, gonne per rituali, tappeti, decori di case, e che con Samboue hanno nuova vita e diventano borse, cappelli, bracciali, rivestimenti di mobili di modernariato, sedie, divani, pouf. Una borsa Samboue è un contenitore di storia e in più sostiene la Onlus Dynafet, che si occupa dell’alfabetizzazione delle donne nel territorio del Kasai della Repubblica Democratica del Congo.
Nell’immagine di anteprima: bandeau di Salvatore Ferragamo con tessuto di Orange Filber (Credit photo: Orange Filber)